Strategie di Supporto e Metodi di Studio Personalizzati per Studenti con DSA e BES
Per supportare gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e Bisogni Educativi Speciali (BES), è fondamentale adottare strategie di studio personalizzate alle loro esigenze con lo scopo di migliorare l’efficacia delle loro risorse. Ovviamente, per procedere con interventi mirati, è necessario fare chiarezza sulle leggi che regolamentano entrambe e sul metodo di studio più strategico da impiegare.
Quadro normativo e PEI
La scuola italiana, per i BES, attraverso la legge 104/1992, intende raggruppare un’ampia gamma di necessità educative: quelli senza certificazione clinica, come gli alunni con svantaggi socioeconomici o quelli che, per motivi vari, non hanno dimestichezza con la lingua italiana o quelli ad alto potenziale intellettivo e quelli con la certificazione clinica, come gli alunni con DSA (discalculia, dislessia, disortografia e disgrafia) o con disabilità motorie o cognitive. Essa mette in atto il Piano Educativo Individualizzato (PEI). Si tratta di un documento che esplicita il tipo di interventi da attuare per affrontare le esigenze specifiche con l’ausilio di personale formato appositamente, come insegnanti di sostegno. Esso viene redatto dal Consiglio di classe e, idealmente, in collaborazione con la famiglia (studente incluso, ove fattibile) e le figure professionali che interagiscono con l’alunno. Questo gruppo di lavoro operativo per l’inclusione (GLO) si riunisce tre volte l’anno per monitorare il percorso dell’allievo.
Strumenti compensativi e misure dispensative
In queste situazioni, la didattica dovrà tenere conto degli obiettivi a breve e lungo termine e dei monitoraggi periodici per rilevare eventuali progressi o stalli. Inoltre, dovranno essere osservate degli strumenti compensativi e delle misure dispensative. Per strumenti compensativi, si intendono tutti quei mezzi didattici e tecnologici che facilitano la prestazione richiesta. Si tratta di mappe concettuali, tabelle delle misure e delle formule geometriche, calcolatrice, computer e software di sintesi vocale. Le misure dispensative invece, riguardano l’esonero dell’alunno verso alcune prestazioni che, a causa della diagnosi, risulterebbero particolarmente complesse. Esse vertono sull’assegnazione di un minor quantitativo di compiti, su un maggior tempo a disposizione per le verifiche scritte, sul fatto che si è dispensati dalla lettura ad alta voce in classe, sulla scrittura sotto dettatura o di copiatura dalla lavagna e sullo studio a memoria di verbi e tabelline. Un altro elemento importante, è il fatto che le modalità di valutazioni devono essere adattate alle necessità dello studente e quindi, va giudicato anche l’impegno e il progresso.
Legge 170/2010 e Piano Didattico Personalizzato (PDP)
Le principali misure per sostenere i DSA invece, sono stabilite dalla legge 170/2010 e si concentrano sui disturbi specifici, ben definiti, nell’ambito dell’apprendimento. Essa prevede, una volta individuata la diagnosi, la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), volto a definire le modalità per favorire l’assimilazione della conoscenza, nell’ottica di una progettazione inclusiva. Questo documento viene scritto dal Consiglio di classe, possibilmente assieme al coinvolgimento della famiglia e delle figure sanitarie che sono state coinvolte nella certificazione ufficiale che ne attesta il disturbo. La legge 170/2010 garantisce il diritto allo studio degli studenti DSA attraverso la garanzia di misure compensative e dispensative.
Sostegno per studenti con disabilità e DSA
Apriamo ora la delicata questione relativa al sostegno e, soprattutto, su chi ne ha diritto e chi no. La figura dell’insegnante di sostegno è prevista per tutti quegli alunni che hanno una disabilità (handicap fisico, sensoriale, psichico o ritardo cognitivo), mentre gli studenti che hanno un Disturbo Specifico non hanno diritto a un docente di supporto. Ci sono delle situazioni però, in cui alcuni tipi di DSA possono ricevere un aiuto da parte di personale specializzato. Si tratta dei casi di comorbilità, ovvero di compresenza di più disturbi che hanno comportato una certificazione ai sensi della Legge 104/1992 rilasciata dall’INPS.
Formazione degli insegnanti di sostegno e supporto online
Vediamo ora insieme qual è la strada che attesta un insegnante ad occuparsi del delicato ruolo di affiancare gli alunni con difficoltà. L’abilitato a tali mansioni viene riconosciuto solo dopo aver superato una selezione per accedere a un percorso di specializzazione, strutturato come un Tirocinio Formativo Attivo (TFA). Si tratta di un corso di otto mesi circa, in cui sono previsti laboratori diversificati che privilegiano modalità di apprendimento cooperativo. Non mancano poi, i tirocini, lezioni, esperienze applicative in situazioni reali o simulate e una prova finale. Insomma, tutto è orientato alla personalizzazione dell’insegnamento, attraverso l’impiego di metodi che consentono la partecipazione attiva di tutti gli studenti.
In sintesi, anche se la scuola elabora un piano educativo ad personam, c’è da prendere seriamente in considerazione quella che potremmo definire come l’altra metà del cielo, ovvero il tempo trascorso a casa. Infatti, è importante dare il giusto seguito per migliorare l’esperienza di apprendimento e, una risorsa di rilievo, può essere rappresentata dal tutor online. Questo metodo di supporto offre un aiuto personalizzato e accessibile anche agli studenti che vivono in aree remote o che hanno difficoltà a spostarsi e apprezzano una progettazione flessibile che aiuta a ridurre lo stress da studio o associato alla gestione del tempo, efficace soprattutto per chi necessita di un maggior impegno nell’apprendimento. Il tutor online può anche aiutare a sviluppare abilità nella gestione delle ore pomeridiane e nell’organizzazione dello studio, elementi fondamentali per raggiungere una maggiore indipendenza nella loro carriera scolastica, oltre che nella quotidianità. Inoltre, le lezioni online possono includere l’uso di lavagne digitali, di quiz interattivi e di video che rendono la didattica più dinamica e coinvolgente. In questo modo, si favoriscono anche le acquisizioni di competenze digitali, cruciali nel mondo contemporaneo. L’ambiente domestico poi, può consentire allo studente di essere più rilassato e di sentirsi maggiormente a suo agio durante le sessioni di tutoraggio, anche grazie alla possibilità nel poter registrare le lezioni.
Non è tutto, in quanto ciò che genera quel valore aggiunto su cui è bene fare un investimento, nei casi in cui c’è margine di miglioramento (non nelle situazioni definite invariabili), è adottare una varietà di strategie che stimolino il pensiero critico e le differenti aree cognitive. Ad esempio, oltre alle semplici mappe concettuali, noi di Aiuto Studio incoraggiamo l’uso di mappe più complesse che mostrano le relazioni causate tra le diverse idee, aiutando gli studenti a osservare le connessioni e a sviluppare un ragionamento più articolato. In questa maniera, si agevola la comprensione, quindi l’aumento dell’interesse. Infatti, aggiungere spunti di riflessione per comprendere meglio i legami tra le parti di un argomento, aiuta lo studente a fargli capire che i componenti di un problema, possono essere scomposti in parti più piccole.
Anche le domande aperte possono stimolare il pensiero critico, come “Perché pensi che sia così?”, “Cosa potrebbe succedere se…?”, “Quali altre soluzioni potremmo considerare?” Ecc…. Queste domande aiuteranno lo studente a esplorare alternative e a pensare in modo più profondo. Insegnare a riflettere sul proprio processo di pensiero, chiedendo di spiegare come si è giunti a una determinata conclusione, favorisce proprio la consapevolezza ed è un’ottima attività metacognitiva. Lo sviluppo di queste competenze equivale all’offerta di un metodo che migliora le capacità di prendere delle decisioni basate sui dati e i benefici associati sono l’apertura mentale, la valutazione di tutti i punti di vista e l’analisi di causa ed effetto.
Strategie per studenti ad Alto Potenziale Cognitivo (APC)
Un’altra categoria che merita attenzione, all’interno dei BES, è quella rappresentata dagli alunni ad Alto Potenziale Cognitivo (APC). Intanto, c’è da dire che la plusdotazione deve essere attestata da specifici test che, spesso, vengono proposti dall’insegnante che individua un potenziale intellettuale notevole, una gran sete di conoscenza e un apprendimento particolarmente rapido, rispetto ai suoi coetanei. L’identificazione precoce è, anche in questi casi, fondamentale, poiché si deve lavorare sulla gestione di certe situazioni, come l’ansia legata al perfezionismo, alla difficoltà nello stabilire amicizie tra i pari e alla noia. Dunque, per governare questo complesso ingranaggio, la scuola dovrà redigere un programma personalizzato, concordato con la famiglia ed eventuali supporti esterni.
Queste azioni ad personam, dovranno essere volte a stimolare e a sostenere la curiosità, attraverso la partecipazione a tutte quelle attività che suscitano interesse. Inoltre, la presenza di un tutor online potrebbe essere una buona soluzione per rispondere a tutte le domande che in classe non avrebbero potuto ricevere l’attenzione adeguata. Infatti, gli studenti con alto potenziale cognitivo possono trarre beneficio da stimoli efficaci, come la proposta di programmi extra-curriculari o l’introduzione a concetti avanzati o interdisciplinari che vanno oltre il programma scolastico standard. Inoltre, si può offrire a loro la possibilità di lavorare su progetti individuali che incoraggino la ricerca e la scoperta autonoma. Anche la proposta di problemi complessi o attività che richiedano pensiero critico e soluzione creativa dei problemi può aiutare ad assicurare quel contesto sano in cui gli APC possono esprimere liberamente i propri bisogni e sentimenti, soprattutto quando si sentono diversi dai coetanei. L’obiettivo è quello di mantenere alta la motivazione e l’entusiasmo per l’apprendimento.